66Con l’aggiunta della navata e la costruzione, d’una cappella, i Padri poterono esaudire i voti dei secondiglianesi che volevano la loro Madonna non più in alto sull’altare Maggiore, nella nicchia dorata, ma più vicina, per poter fissare, il suo volto dolce e mesto, toccare un lembo della sua veste, baciare devotamente il suo piede.
La statua fu sistemata nella spoglia cappella che non si addiceva ad una Madre tanto premurosa verso i suoi figli.
Nominato Rettore della chiesa il P. Natalino Russo’ concepì subito l’idea, quasi utopica in quel tempo, di elevare un trono artistico a Maria. E incurante delle spese da affrontare, chiese al Prof. Enrico Taverna, Direttore della R. Scuola di Disegno ed Incisione su corallo di Torre del Greco, di approntargli un progetto artistico.
Ed il Taverna gli presentò il progetto di una cappella con classiche colonne e cupolina, da rivestirsi di marmi policromi, fregiati con disegni di madreperle.
li disegno piacque, ma richiedeva forti spese. E il P. Russo, che era un uomo volitivo, e, devotissimo della Madonna, esclamò: Alle spese, ci penserà l’Addolorata di Don Gaetano Errico ed il buon cuore dei secondiglianesi.
E lanciò l’idea, che piacque, e la portò avanti con tenacia.
Chiese dall’altare, passò personalmente per le case a raccogliere offerte, sollecitò la coo-perazione economica da “Parola di Vita”, eco delle attività della chiesa e araldo della de-vozione alla Vergine Addolorata.
Nel 1929, nonostante i tempi difficili, nel numero di maggio sciveva: “Ouesto mese, per me che conosco Secondigliano da oltre cinque lustri, è come il termometro dell’affetto ver-so Maria Addolorata. Dai tempi del Venerabile ad oggi, tutti i Rettori dei SS. Cuori videro sempre coronati i loro voti espressi al popolo in questo mese. Oggi, alle tante prove avute, io ne voglio un’altra che servirà a coronare la vostra fede e pietà verso Maria… e voi mi avete già compreso di che parlo. Il Santuario di Maria, ricco di marmi policromi finissimi che sembrava un’utopia a chi non sapeva misurare il fervore del vostro cuore verso di Lei, comincia ad elevarsi e risplendere maestosamente dinanzi a voi, ma occorre ancora altro, molto altro, denaro occorre! Lo so che i tempi sono critici, che il commercio di Secondi-gliano è come paralizzato, lo so che molti vivono nella miseria, ma so anche che le opere del Signore si compiono sempre non come quelle degli uomini. Il momento difficile, la mi-seria, il poco lavoro, la mancanza di compratori ecc., dimostreranno al mondo che i Se-condiglianesi per la loro Madre Addolorata non conoscono miseria e tutti daranno ancora le loro offerte, perchè l’opera artistica, simbolo di fede e di pietà, sia presto un fatto com-piuto”.
Ed insistendo, nell’anno seguente, scriveva fra l’altro: “Poche lire per ciascuno di voi sono nulla, unite insieme ci daranno i mezzi e la forza di portare a compimento l’opera dell’Altis-simo, il Santuario di Maria SS. Addolorata.
E il popolo non si mostrò sordo ai suoi appelli. Per il 1935, primo centenario del suo arrivo in Secondigliano, la Madonna sedeva su un trono marmoreo, circondato lateralmente da quattro grosse colonne con capitelli corinzi di marmo pregiatissimo, mentre la cappella, fino al cornicione, era tutta rivestita di marmi policromi e le cornici risplendevano per arti-stici intrecci di fogliei di madreperla.
Nonostante tutti gli sforzi, la cappella dell’Addolorata restò “I’íncompiuta” del P. Natalino Russo.
Ouando, dopo 17 anni di Rettorato, lasciava il suo ufficio, c’era ancora la cupola da rivesti-re di marmi.
La guerra etiopica prima, la seconda grande guerra mondiale dopo, con le ansie, trepida-zioni e conseguenti ristrettezze economiche, ne impedirono il compimento.
Nel 1949, si rimediò ricoprendola con stucchi, magnifici fregi e delicate pitture, in attesa che, in tempi migliori, siano sostituiti da marmi e madreperle, come nel progetto originale.
Cessata la guerra, nel 1919 fu nominato Rettore della Casa di Secondigliano con il compi-to di iniziarvi una Scuola Apostolica insieme al P. Cristoforo Di Donna. Rettore della chiesa dell’Addolorata per 17 anni, ne incrementò il culto, non solo con funzioni in chiesa, ma an-che attraverso la stampa. Iniziò, infatti la pubblicazione del bollettino “Parola di vita” dal quale esortava continuamente all’amore e riconoscenza verso I”Addolorata, istituendo la rubrica “Pioggia di grazie”, in cui pubblicava le grazie attribuite alla Madonna. Recitava ogni giorno 15 poste del Rosario. Moriva il 31 dicembre 1963. E’ ricordato per il suo zelo apostolico, come rinomato predicatore e ricercato confessore.