(dal Messaggio del Card. Crescenzio Sepe)

“Gaetano Errico, uomo della speranza, un santo attualissimo per la nostra Napoli”.

Sono trascorsi solo pochi mesi dalla beatificazione della “monaca santa”, Madre Giuseppina dei Ponti Rossi, carmelitana, celebrata in Cattedrale il 1º giugno scorso e nuovamente la Città di Napoli e la Comunità ecclesiale assurgono all’onore della cronaca, non per notizie dolorose e tragiche, ma per additare agli uomini di questo nostro tempo un prete napoletano che ha vissuto evangelizzando e testimoniando la speranza.

Quest’uomo formidabile e coraggioso è Gaetano Errico, fondatore dei Missionari dei Sacri Cuori. Il novello Santo nasce a Secondigliano il 19 ottobre 1791, è ordinato sacerdote il 23 settembre 1815 nella Basilica di Santa Restituta nella Cattedrale di Napoli. Nel 1818 inizia la costruzione della Chiesa dell’Addolorata, benedetta il 9 dicembre 1830. In seguito fonda il “Ritiro sacerdotale dei Sacri Cuori” per accogliere i sacerdoti che desiderano condividere con lui il ministero della predicazione al popolo. Il 7 agosto 1846 il Beato Pio IX emette il decreto di approvazione della nascente Congregazione.

Da allora i Sacri Cuori diventano per Gaetano Errico il centro della sua azione pastorale e il motore propulsore delle sue missioni nel meridione d’Italia. Muore a Secondigliano, all’età di 69 anni, il 29 ottobre 1860. Viene beatificato da Giovanni Paolo II il 14 aprile 2002.

Don Gaetano Errico vive in un’epoca segnata da profondi e radicali cambiamenti politici e sociali. Di fronte al rigorismo spirituale dei giansenisti, il Santo annuncia l’infinita misericordia di Dio, espressa simbolicamente nei cuori di Gesù e Maria, misericordia che si fa tenerezza e attenzione per l’uomo del suo tempo.

Gaetano Errico non attende, ma si mette alla ricerca degli uomini e delle donne che stentano la vita e portano nel corpo i segni della violenza. In particolare cerca i giovani, li aggrega per renderli culturalmente liberi e spiritualmente formati; soccorre i disoccupati e i carcerati; ai lavoratori procura i mezzi per il lavoro e alle donne dona la possibilità di comprare i telai.

«È il Vangelo che si fa vita – sottolinea il Cardinale Crescenzio Sepe – ed è la vita di preghiera e contemplazione che diviene azione nella carità operosa. Il Santo era solito dire che il segreto della santità è “ consumare le ginocchia nella preghiera e consumarsi nella carità verso i fratelli ”. Per questo è l’uomo della speranza certa, non una speranza che ha il sapore del fatalismo, bensì la speranza che rivela il fremito della risurrezione nell’eroismo della carità. Dunque, un santo moderno, un santo dei nostri giorni, un santo attualissimo per la nostra Napoli e la comunità cristiana.

San Gaetano Errico – dice ancora l’Arcivescovo – ci aiuta ad “ organizzare la speranza ” alla luce del piano pastorale diocesano che da qualche giorno ho consegnato, per la sua attuazione, alla Chiesa di Napoli. Le sue priorità nell’attività apostolica sono quelle indicate nel piano stesso: annuncio della Parola, ministero della riconciliazione e dell’accoglienza, vita di preghiera, carità operosa. Cioè: “ comunicare, educare e vivere la fede ”».

La Città e la Chiesa di Napoli accoglieranno le reliquie del Santo, traslate in Cattedrale, alle ore 19:00 di sabato 18 ottobre prossimo, durante la solenne concelebrazione eucaristica presieduta dallo stesso Cardinale Sepe.