Il 3 marzo del 1950, alle ore 18, all’ospedale Italiano di Buenos Aires, mentre nella chiesa di nostra Signora dei Dolori si celebrano le quarantore, si fermano quegli occhi che mai si erano stancati di ammirare Gesù nel Santissimo Sacramento, quei piedi che avevano percorso tanti chilometri per portare la comunione ai malati e agli anziani, quelle mani che avevano beneficato tanti poveri e assolto tanti penitenti e quella voce che con la sua soavità aveva animato tante liturgie in quella chiesa.

Il 3 marzo 2016 ricorre il 66° anniversario della morte del P. Pasquale Pirozzi, missionario dei Sacri Cuori, la cui memoria è ancora viva tra la gente, che ha ricevuto, come un’eredità dai genitori, il ricordo del “padre santo” della chiesa della Madonna dei Dolori, al parco Centenario.

  1. Pasquale Pirozzi nasce a Pomigliano d’Arco (Napoli) il 12 aprile 1886 da Felice e Rosa Pirozzi. È l’ultimo figlio, dopo tre sorelle. A 16 anni entra nell’Istituto dei Missionari dei Sacri Cuori a Secondigliano. Si distingue subito per l’amore alla pietà e allo studio, per cui il 1° maggio 1902, solo dopo un mese, i superiori non hanno difficoltà ad ammetterlo al noviziato. L’anno successivo, alla stessa data, emette la prima professione religiosa e il 6 giugno 1906 quella perpetua. Il 5 giugno 1909 è ordinato sacerdote nella chiesa dell’Addolorata in Secondigliano. Il 7 marzo 1914 parte per l’Argentina. Fa ritorno in Italia il 2 dicembre 1915, perché richiamato per il servizio militare durante la prima guerra mondiale del 1915-18. Il 28 agosto 1919 ritorna a Buenos Aires e non farà più ritorno in Italia.

Di carattere mite, è affabile, modesto, raccolto, povero, puro, obbediente, mortificato, dedito al suo dovere con semplicità e senza ostentazione. Nasconde i suoi doni a tal punto che qualcuno lo ritiene culturalmente limitato. Invece ha una memoria di ferro. Ricorda con precisione tutte le date e gli eventi dell’Istituto, anche dopo molti anni, studia con amore e passione, si tiene aggiornato sulla morale, la sacra Scrittura, la vita dei Santi e dei Padri della Chiesa. Possiede bene la lingua spagnola e conosce anche quella francese. Ha una bellissima voce e un udito musicale così sviluppato che gli basta ascoltare due volte una melodia per ripeterla all’organo durante le celebrazioni. La misericordia, la compassione, la tenerezza, la solidarietà, l’amore per Dio e il prossimo caratterizzano la sua vita sacerdotale e religiosa. “Appena sapeva che in qualche famiglia o all’ospedale vi era un malato grave, che non si confessava da anni, subito andava a visitarlo, s’interessava della sua salute, gli prometteva una preghiera per la guarigione e dopo la seconda o terza visita, il malato si confessava e riceveva la comunione”. “Era sempre pronto a correre dai malati, senza curarsi del caldo, della pioggia, del freddo e del fango”. La gente non fa più caso a quel prete che incontra ogni mattina presto mentre fa il giro della parrocchia per visitare i malati.

La fila dei poveri e dei disoccupati è sempre lunga davanti al portone della casa parrocchiale o al suo confessionale. Ognuno gli cerca un aiuto, una raccomandazione. Ascolta tutti con attenzione, dolore e interessamento; non perde mai la pazienza. La sacrestia diventa la succursale dell’ufficio di collocamento. Continuamente, mentre è parroco, va dai responsabili della “Cellulosa” di Capitan Bermudez per chiedere un posto di lavoro per i disoccupati. Nessuno deve andare via dalla casa religiosa, senza aver ricevuto qualcosa. Chiede alla confraternita di san Vincenzo la roba da distribuire ai poveri. Alla scuola del fondatore, san Gaetano Errico, diventa un altro “campione del confessionale”, come lo chiama un confratello, ammirato per il tempo che vi trascorre. È sempre disponibile, accogliente, ricco di consigli, non ha mai fretta. Al suo confessionale c’è sempre gente, fedeli, religiosi, religiose, sacerdoti. Alcuni fanno chilometri per confessarsi con lui. È pieno di premure, di amore e di pazienza. Le sue parole semplici attirano, toccano i cuori e incoraggiano a camminare sulla via della santità. La sua presenza basta per ispirare sentimenti di bontà, confidenza e serenità. È di esempio per la sua pietà, il suo profondo spirito di fede, la sua inesauribile carità. Non ama le chiacchiere. Qualcuno che l’ha conosciuto scrive che “ha convertito le anime più con la preghiera che con l’azione, più con l’esempio della vita che con l’eloquenza della parola”.

Il cammino del processo di beatificazione è iniziato il 27 agosto 2001 nella diocesi di Buenos Aires, con la firma di Papa Francesco, allora arcivescovo di Buenos Aires. Si sta lavorando perché si concluda la fase diocesana. Nel frattempo la gente impara a conoscerlo e ad affidarsi a lui, qualcuno racconta di grazie ricevute per sua intercessione. Speriamo che presto s’avveri ciò che il popolo di Buenos Aires diceva, apprendendo la notizia della sua morte: “Era veramente un santo”.

Chiedo a tutte le nostre comunità che ogni anno, il 3 marzo, organizzino una celebrazione con la partecipazione del popolo per ringraziare Dio per il dono della santità concessa al P. Pasquale Pirozzi, per chiederne la beatificazione e diffonderne la devozione. Che ci ottenga di seguire il suo esempio come sacerdote e religioso.

Una carissimo saluto a tutti e vi chiedo una preghiera per me, che ne ho tanto bisogno.

Con affetto

Luigi Toscano, m.ss.cc.

Roma 20-2-2016

 

Preghiera per intercessione del Servo di Dio P. Pasquale Pirozzi, m.ss.cc.

Padre santo e misericordioso, ti ringraziamo per averci donato P. Pasquale Pirozzi, religioso esemplare, innamorato dell’Eucaristia. Ti preghiamo di glorificare sulla terra questo tuo Servo, che, sull’esempio del Cuore di Gesù e della Madre Addolorata, ha speso la sua vita per testimoniare a tutti, specialmente ai poveri e ai malati, con l’esempio e la parola il tuo amore di Padre. Concedici per sua intercessione le grazie di cui abbiamo tanto bisogno. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.

 

ENGLISH

On 3 March 1950, at 18, in Italian Hospital of Buenos Aires, while in the church of Our Lady of Sorrows are celebrating forty hours, stop those eyes that never grew tired of admiring Jesus in the Blessed Sacrament, those feet that had traveled many kilometers to bring communion to the sick and the elderly, those hands that had benefited many poor and absolved many penitents and that voice with its sweetness had inspired so many liturgies in the church.

On March 3, 2016 marks the 66th anniversary of the death of Fr. Pasquale Pirozzi, missionary of the Sacred Hearts, whose memory is still alive among the people, which received as an inheritance from the parents, the memory of the “holy father” of the church of Our Lady of Sorrows, at the Centenario Park.

Fr. Pasquale Pirozzi was born in Pomigliano d’Arco (Naples) April 12, 1886 by Felice and Rosa Pirozzi. He is the last child, after three sisters. He is 16th years old, when he joins the Institute of the Missionaries of the Sacred Hearts in Secondigliano. Quickly he distinguishes itself for the love of piety and study, so on 1th May 1902, only a month later, the superiors did not mind admitting him to the novitiate. The following year, on the same date, makes his first religious profession and 6 June 1906 that perpetual. On June 5, 1909 he is ordained a priest in the church of the Our Lady of Sorrows in Secondigliano. On March 7, 1914 he lives for Argentina. He returns to Italy on December 2, 1915, because he is called for military service during the First World War of 1915-18. On August 28, 1919 returns to Buenos Aires and he doesn’t come back to Italy ever.

He is good-natured, affable, modest, harvest, poor, pure, obedient, mortified, devoted to his duty simply and without ostentation. He hides his gifts to the point that someone deemed him culturally limited. Instead he has a tenacious memory. He remember precisely all the dates and events of the Institute, even after many years, he studies with love and passion, he keeps up to date on the moral, Sacred Scripture, the lives of the Saints and of the Church Fathers. It owns well the Spanish language and also knows French. He has a beautiful voice and a music heard so developed that just listen twice to repeat a melody at the organ during the celebrations. Mercy, compassion, tenderness, solidarity, love for God and neighbor characterize his priestly and religious life. “Just he knows that in some family or the hospital there was a seriously sick person, not been to confession for years, soon he visited him, was interested in his health, promised him a prayer for healing and after the second or third visit, the patient went to confession and received communion”. “He was always ready to run from the sick, regardless of the heat, the rain, cold and mud”. The people does not make more into account the priest whom it meets early every morning while he goes around the parish to visit the sick.

The line of the poor and the unemployed is always long at the front door of the house or to his confessional. Everyone looking for help or a recommendation. He listens to all carefully, pain and concern; he never loses patience. The sacristy becomes the employment branch. Continuously, while he is parish priest, goes by the leaders of “Cellulosa” in Capitan Bermudez to ask for a job for the unemployed. No one has to go away from the religious house, without having received anything. He asks the brotherhood of St. Vincent the stuff to be distributed to the poor. At the school of his founder, St. Gaetano Errico, becomes another “champion of the confessional”, as a brother calls him, admired for the time he spend there. He is always helpful, welcoming, and full of advice, never in a hurry. His confessional always there are faithful people, religious and priests. Some make kilometers to confess to him. He is full of kindness, love and patience. His simple words attract, touching the hearts and encourage them to walk the path of holiness. His presence is enough to inspire feelings of goodness, confidence and serenity. He is an example for his piety, his deep spirit of faith, his inexhaustible charity. He does not like the gossiping. Someone, who knew him, writes “he has converted more souls through prayer that with the action, more by example of life that with the eloquence of the word”.

The path of the beatification process began August 27, 2001 in the diocese of Buenos Aires, with the signature of Pope Francis, at that time archbishop of Buenos Aires. It is working because the diocesan phase ends. Meanwhile people learn to know and to trust in him. Someone tells the graces received through his intercession. We hope soon to come true that the people of Buenos Aires said, hearing the news of his death: “He was really saint.”

I ask all of our communities every year, on March 3, organize a celebration with the participation of the people to thank God for the gift of holiness granted to P. Pasquale Pirozzi, to ask for his beatification and spread devotion to him. May Fr. Pasquale obtain us to follow his example as a priest and religious.

My best greetings to all of you and please pray for me.

With love

Luigi Toscano, m.ss.cc.

Rome 20-2-2016

 

Prayer for beatification of the Servant of God

Fr. Pasquale Pirozzi, m.ss.cc.

Holy and merciful Father, we thank you for giving us Fr. Pasquale Pirozzi, exemplary religious, enamored of the Eucharist. We pray You to glorify on earth this your servant, who, following the example of the Sacred Heart of Jesus and of the Sorrowful Mother, has spent his life to bear witness your fatherly Love to all, especially the poor and the sick, by example and word. Grant us through his intercession the graces we so badly need. Who live and reign for ever and ever. Amen.

 

SPANISH

Pascual Pirozzi

El 3 de marzo de 1950, a las 18 horas, en el hospital Italiano de Buenos Aires, cuando en la iglesia de Nuestra Señora de los Dolores se celebraban las cuarenta horas, se detienen aquellos ojos que jamás se habían cansado de admirar a Jesús en el Santísimo Sacramento, aquellos pies que habían recorrido tantos kilómetros para llevar la comunión a los enfermos y a los ancianos, aquellas manos que habían beneficiado a tantos pobres y absuelto a tantos penitentes, y aquella voz que con su suavidad había animado tantas celebraciones litúrgicas en esa misma iglesia.

El 3 de marzo de 2016 se cumple el 66º aniversario de la muerte del P. Pascual Pirozzi, misionero de los Sagrados Corazones, cuya memoria está todavía viva entre la gente que ha recibido, como una herencia de sus padres, el recuerdo del “padre santo” de la Iglesia de la Virgen Dolorosa, en el Parque Centenario.

El P. Pascual Pirozzi nace en Pomiglianod’Arco (Nápoles) el 12 de abril de 1886; hijo de Felice y de Rosa Pirozzi. Es el último, después de tres hermanas. A los 16 años entra en el Instituto de los Misioneros de los Sagrados Corazones en Secondigliano. Inmediatamente se distingue por el amor a la piedad y al estudio, por lo cual el 1º de mayo de 1902, después de sólo un mes, los superiores no tienen dificultad para admitirlo al noviciado. El año siguiente, en la misma fecha, emite la primera profesión religiosa, y el 6 de junio de 1906, la profesión perpetua. El 5 de junio de 1909 es ordenado sacerdote en la iglesia de la Dolorosa en Secondigliano. El 7 de marzo de 1914 parte hacia la Argentina. Regresa a Italia el 2 de diciembre de 1915, llamado al servicio militar durante la primera guerra mundial de 1915-1918. El 28 de agosto de 1919 regresa a Buenos Aires para no volver nunca más.

De carácter humilde, afable, modesto, recogido, pobre, puro, obediente, mortificado, dedicado a su deber con simplicidad y sin ostentación. Esconde sus cualidades a tal punto que alguno lo considera culturalmente limitado. Tiene, en cambio, una memoria de hierro. Recuerda con precisión todas las fechas y los acontecimientos del Instituto, aún después de muchos años; estudia con amor y pasión, está actualizado en Moral, Sagrada Escritura, vida de los Santos y de los Padres de la Iglesia. Conoce bien la lengua española y sabe también el francés. Tiene una bellísima voz y un oído musical tan desarrollado que le es suficiente escuchar dos veces una melodía para repetirla en el órgano durante las celebraciones. La misericordia, la compasión, la ternura, la solidaridad, el amor por Dios y el prójimo caracterizan su vida sacerdotal y religiosa. “Apenas tenía conocimiento de que en alguna familia o en el hospital había un enfermo grave, que no se confesaba desde hacía años, inmediatamente iba a visitarlo, se interesaba por su salud, le prometía una oración por su curación, y después de la segunda o tercera visita, el enfermo se confesaba y recibía la comunión”. “Estaba siempre dispuesto a correr hacia los enfermos, sin preocuparse por el calor, la lluvia, el frío o el barro”. A la gente ya no le sorprende aquel sacerdote que encuentra cada mañana temprano mientras recorre la parroquia para visitar a los enfermos.

La fila de pobres y de desocupados es siempre larga delante del portón de la casa parroquial o en su confesionario. Cada uno le pide una ayuda, una recomendación. Escucha a todos con atención, compasión e interés; nunca pierde la paciencia. La sacristía se transforma en la sucursal de la oficina de empleo. Cuando era párroco, iba continuamente a lo de los responsables de la “Celulosa” de Capitán Bermúdez para pedir un puesto de trabajo para los desocupados. Nadie debe irse de la casa religiosa sin haber recibido algo. Pide a la asociación de San Vicente las cosas para repartir a los pobres. En la escuela del fundador, san Cayetano Errico, llega a ser otro “campeón del confesionario”, como lo llama un hermano, admirado por el tiempo que pasa en ese lugar. Está siempre disponible, es acogedor, rico en consejos, jamás tiene apuro. En su confesionario siempre hay gente, fieles, religiosos, religiosas, sacerdotes. Algunos hacen kilómetros para confesarse con él. Está lleno de bondad, amor y paciencia. Sus palabras simples atraen, tocan los corazones y animan a caminar sobre el camino de la santidad. Su presencia basta para inspirar sentimientos de bondad, confianza y serenidad. Es ejemplar su piedad, su profundo espíritu de fe, su inagotable caridad. No le gusta la charlatanería. Alguien que lo ha conocido escribe que “ha convertido a las almas más con la oración que con la acción, más con el ejemplo de vida que con la elocuencia de la palabra”.

El camino del proceso de beatificación se ha iniciado el 27 de agosto de 2001 en la diócesis de Buenos Aires, con la firma del Papa Francisco, entonces arzobispo de Buenos Aires. Se está trabajando para que se concluya la fase diocesana. Al mismo tiempo la gente aprende a conocerlo y a confiarse a él; algunos refieren haber recibido gracias por su intercesión. Esperamos que pronto se haga realidad aquello que el pueblo de Buenos Aires decía al conocer la noticia de su muerte: “Era verdaderamente un santo”.

Pido a todas nuestras comunidades que cada año, el 3 de marzo, organicen una celebración con la participación del pueblo para agradecer a Dios por el don de la santidad concedida al P. Pascual Pirozzi, para pedir su beatificación y difundir su devoción. Que él nos obtenga seguir su ejemplo como sacerdote y religioso.

Un apreciado saludo para todos y les pido una oración por mí que tengo tanta necesidad.

Con afecto

Luigi Toscano, m.ss.cc.

Roma 20-2-2016

 

Preghiera per intercessione del Servo di Dio P. Pasquale Pirozzi, m.ss.cc.

Padre santo e misericordioso, ti ringraziamo per averci donato P. Pasquale Pirozzi, religioso esemplare, innamorato dell’Eucaristia. Ti preghiamo di glorificare sulla terra questo tuo Servo, che, sull’esempio del Cuore di Gesù e della Madre Addolorata, ha speso la sua vita per testimoniare a tutti, specialmente ai poveri e ai malati, con l’esempio e la parola il tuo amore di Padre. Concedici per sua intercessione le grazie di cui abbiamo tanto bisogno. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.