di Rosanna Borzillo

A padre Gaetano Errico oggi come duecento anni fa si rivolgeva chi non aveva più speranza. Così il 10 novembre 2002: nel santuario dell’Addolorata a Secondigliano c’è un uomo ai piedi della tomba del beato. «Superio’ aiutami. Tu non mi ascolti, fammi vedere se sei degno di essere chiamato Beato, se sei un vero santo, rispondimi», dice l’uomo battendo i pugni sulla tomba. È il marito di una giovane donna di Secondigliano, sterile e disperata. Il 16 giugno 2003, racconta poi, «mia moglie seppe di essere incinta senza alcun aiuto medico, avendo anche rinunciato da sei mesi a ogni assistenza, non accettando di non poter aver un figlio in modo naturale». Il 13 gennaio 2004 nasce il piccolo chiamato Gaetano in onore del Beato, che cresce a Secondigliano sano e forte. È questo il presunto fatto miracoloso che fa istruire il processo canonico e che porta la congregazione per le cause dei santi ad affermare il 17 dicembre 2005 che «il verificarsi di una gravidanza spontanea con evoluzione fisiologica come quella del caso in esame è da ritenersi scientificamente inspiegabile». È il miracolo che porta alla canonizzazione Gaetano Errico, con una insperata velocità. A soli sei anni dalla beatificazione Gaetano Errico viene oggi proclamato santo. È diffusa in tutta la provincia a Nord di Napoli la venerazione per il santo che nacque a Secondigliano e che fondò la congregazione dei Missionari dei Sacri Cuori. Non a caso cinque pullman partono da Afragola dove c’è il Santuario dei Sacro Cuore e una casa dei missionari. Tre pullman sono stati organizzati ad Arzano, altri cinque da Casavatore, altrettanti da Mugnano e Marano: tutti i casali che Gaetano Errico visitava quando svolgeva la sua attività di missionario. A Secondigliano oggi c’è la Casa Madre della congregazione e che conta cinque missionari che, sulla scia del Beato, continuano l’opera del fondatore nella periferia napoletana. Nel mondo sono un centinaio i missionari dei Sacri Cuori che operano nei luoghi più disagiati, tra i poveri e i più bisognosi, tra i disperati. In Italia sono cinque le case della congregazione, che è presente in altri sei Paesi, Repubblica Slovacca, India, Stati Uniti, Africa, Argentina e Indonesia. In India, dove la povertà ha radici profonde, sono addirittura sette le case della congregazione dei Missionari dei Sacri Cuori: molti i sacerdoti che verranno a Roma per la canonizzazione del fondatore.