lnfierendo sempre più l’epidemia, d’accordo con il Parroco e le Autorità comunali, propose al popolo di presentare “alla Vergine Addolorata, unica speranza nelle afflizioni”, una Supplica, firmata dal Clero e dai Capi del paese, nella quale implorando la cessazione dei colera, ci si obbligava, esauditi, a digiunare in pane ed acqua per tre anni, nella vigilia dei giorno della liberazione dal morbo, a considerare festivo quel giorno memorando, e a por-tare in processione, per tre anni, la statua dell’Addolorata.
Egli stesso, presentò la supplica alla Vergine e la depose nello scarabattolo “in cui la sta-tua era conservata”.
Narrano i testimoni che “non passò molto tempo ed il flagello cessò e la Vergine volle da-re un segno della grazia già fatta. Mentre il nipote del Servo di Dio celebrava la Messa, si ruppe all’istante la grande lastra dello scarabattolo ove trovavasi la statua dell’Addolorata, e la supplica cadde sull’altare sottostante. Da quel giorno cessò il colera in Secondiglia-no”.
Il popolo volle che la Madonna, dalla nicchia, fosse collocata in un angolo della chiesa. La voleva più vicina. Cinque facchini, non poterono alzare la statua e trasportarla nel luogo destinato”. Gaetano allora, “in ginocchio, pregò per qualche istante dinanzi all’altare, poi, alzatosi, prese per mano la statua ed invitò i facchini a trasportarla, cosa che fu eseguita con molta facilità… Allora tutti gli astanti cominciarono a gridare: Grazia! Grazia! e ciascu-no si sciolse in un profluvio di lacrime, ringraziando Dio e la Vergine”.
Tale avvenimento fu celebrato con un solenne Settenario di preghiere e riti sacri. Ogni giorno ci fu Messa solenne, con Comunione generale al mattino, e moltissime confessioni; a sera, poi, dopo la recita del Rosario, della Coroncina all’Addolorata e canto dei Vespri, i Missionari dei SS. Cuori si alternarono nei predicare sulla misericordia di Dio e la potente intercessione di Maria.
Nell’ultimo giorno, fu portata in processione la statua dell’Addolorata tra l’osanna ricono-scente di tutto il popolo.
Il digiuno fu osservato per tre, anni consecutivi, ma la processione si tenne solo in quel-l’anno, perchè il Parroco Carbonelli “temendo che con tale processione si fosse sminuita la devozione ai Protettori dei paese, fece annullare dal Card. Riario tale promessa. E il Venerabile, nemico sempre di suscitare ed alimentare contese, anche allora, come sempre, cedette”