(Lc. 12,49)

Amantissimo ed assai appassionato per gli uomini, mio Gesù, ditemi in questa sera chi mai ferì il vostro sacratissimo Cuore: fu il furore dei vostri nemici, che con crudele lancia vi aprirono il costato e trafissero il Cuore, oppure fu l’amore che portaste alle nostre anime, per la salute delle quali voleste dimostrare a queste l’infinita carità e l’ardentissimo fuoco che nutrivate per accenderle del vostro amore?
Certamente fu l’odio furibondo dei (vostri nemici), i quali ebbero il coraggio di caricarvi di obbrobri, d’ingiurie, di saziarvi di villanie e di dispregi, di addolorarvi di pene e di tormenti, di addossarvi la croce e di condannarvi alla morte. Certamente fu l’amore, il quale, impadronitosi del vostro Cuore, l’obbligò a consumare tutto voi stesso, senza alcuna riserva, per nostro pro e per utile nostro!
Il furore dei vostri nemici per odio vi uccise, l’infinito vostro amore per compiacenza si consumò in sacrificio ed olocausto alla giustizia dell’eterno vostro Padre per la nostra liberazione. “O l’amore diceva S Francesco di Sales, o l’odio, o mio buon Gesù, ti annientarono; l’amore e l’odio, questo è il mio, quello è il tuo”. Ma, dopo la morte del Mediatore e la consumazione della vittima ancora c’era cosa che bruciava? che manifestava? C’ era che bruciava il fianco di Cristo, il quale nascondeva il sangue della nostra redenzione; c’era che manifestava quella ferita fatta dall’infinito amore al Sacro Cuore di Gesù Cristo, la quale per 33 anni continui lo tenne sempre illanguidito di amore, per la qual cosa Agostino dice che l’Evangelista Giovanni non dice il lato di Gesù Cristo fu percosso dalla lancia di Longino oppure fu ferito, ma fu aperto. Notate la lancia aprì il fianco, aprì il Cuore del Redentore, non già lo squarciò oppure lo lacerò, come furono lacerate e stritolate le sue santissime carni, come dice i1 Profeta, per farci intendere che la ferita del Cuore Sacratissimo di Gesù Cristo era stata fatta al principio della sua incarnazione dalla forza dell’amore, per cui poté sicuramente ripetere: “O anime a me care, voi mi avete ferito il cuore, voi mi avete ferito il cuore”. Dunque, quella ferita fatta nel fianco di Cristo dal ferro nemico fu una manifestazione, come dice S. Bernardo, di quella che l’amore aveva fatto nel cuore.

(Le ultime righe non sono leggibili)