(Gen. II,v.22)

Disse Dio allorché vide Adamo solo, non è cosa buona che l’uomo sia solo, dunque diamogli un aiuto tutto simile a lui, quindi gli fece cadere sopra un assopimento o come leggono Aquila e Simmaco: Iddio lo fece cadere in un profondissìmo sonno o come leggono i Settanta: Iddio trasse in estasi Adamo. Estasi e sopore li chiama Agostino. (Gen. Cap 2). Estasi lo chiama Girolamo Avendolo assoporato o assonnato, mentre il corpo dormiva e la mente si dilettava e contemplava le cose del cielo, come dice Agostino, il supremo Creatore dal suo fianco ne trasse una costola e ne formò la donna tutta simile all’uomo.
Ora non credete che quella costola, dalla quale Iddio fece la donna sia stata soverchia nell’uomo, nè dovete pensare che dopo che gliela tolse, l’uomo sia restato manchevole, ma udite Tommaso che chiaramente dilucida la questione, dicendo che la costola era necessaria nel corpo di Adamo, per la formazione del genere umano, ma non già come persona individuale, quindi non fu superflua né fu mancante, quando Dio da quella ne formò la donna.
Agostino, dicendo che Adamo dormendo meritò di ricevere sua moglie e che questa appunto fu fatta dalla sua costola, (volle significare) che nei tempi futuri la Chiesa, sposa di Cristo dormiente in croce, sarebbe uscita dal suo fianco, cioè dal lato di Cristo, che dormiva nel profondo sonno della morte, ossia dal fianco di Cristo, percosso dalla lancia. Quindi, non dovete pensare che quel Sangue preziosissimo nel Cuore di Cristo fosse stato superfluo e che a causa della ferita del suo Sacratissimo Corpo Egli fosse restato manchevole, poiché quel Sangue divino, sebbene non era necessario per la sua morte, pur tuttavia era necessario per la formazione della sua Chiesa: “dalla trafittura della lancia, sgorgarono i sacramenti” e che la ferita del suo fianco, comprovandolo anche dopo la sua resurrezione, fosse ritornata primariamente, come dice Tommaso, a maggiore sua gloria e a manifestazione del suo trionfo. Così Gesù Cristo, col prezzo del suo Sangue, si guadagnò quel popolo di conquista “populus acquisitionis” (S.Pietro). Ora per ben formare la Chiesa, casa di Gesù Cristo e tabernacolo santificato dal suo Sangue, fu necessario che avesse gettato prima il fondamento e poi avesse costituito il sostegno per sostentarla. La fede è il fondamento della cristiana religione: “Chi crederà e sarà battezzato, sarà salvo, chi non crederà sarà condannato” ed i sacramenti i sostegni. Quindi per mezzo della fede noi crediamo quanto Dio ci ha rivelato e per mezzo dei sacramenti noi ravviviamo le virtù e ci esercitiamo nelle buone opere.
Il Cuore aperto di Gesù ci ha ottenuto questi favori.
E’ cosa indubitata che il Sapientissimo Dio in tal maniera ha connesso gli esseri di questo mondo e che ha saputo anche dai peccati ricavare il massimo bene, per la qual cosa, il Crisostomo dice che il crudele Longino con un’ empia e sceleratissima volontà ostinatamente ficca nel fianco di Cristo la lancia e gli apre il Cuore; ora quello che lo scellerato opera per la malvagità del suo animo appunto non viene a discordare dalla verità, poiché, mediante la sua colpa il Sapientissimo Dio fece adempiere e verificare una profezia, che aveva fatto molto tempo prima, per bocca dei Santi suoi, e per cui Cristo viene creduto il Messia promesso. Fu profetizzato anche che nel corpo di Cristo non si doveva spezzare né diminuire osso alcuno. (Adempiendosi la vera credenza che i miracoli si fanno per la conversione degli increduli e per piantare nel cuore la fede che Cristo è figura dell’agnello pasquale). Questo fu verificato quando ai ladroni furono spezzate le gambe. Si verificò la profezia di Zaccaria il quale dice: “Crederanno in Colui che hanno trafitto”. Credettero, infatti, illuminati dalla ferita del costato, in Quel medesimo, cui trafissero il Cuore.
Il Cuore, dice il Crisostomo, non solo fu la causa della fede e della credenza dei Santi e dei nemici di Gesù Cristo, ma ancora più della fede dei suoi amici. Ricordatevi di quello che disse Tommaso di non voler credere senza vedere ed alla veduta della piaga del Cuore di Gesù Cristo, fece la sua professione di fede, dicendo:”Signore mio, Dio mio”. Sopra quest’avvenimento il Pontefice S. Gregorio dice che Tommaso, mentre toccava le ferite della carne del suo Maestro, sanò le ferite della nostra infedeltà. Ora se Tommaso fu confermato nella fede dalle ferite del Cuore Sacratissimo di Gesù, ancora il Cuore di Gesù è la causa della nostra stabile credenza.
Il fatto dei serafini, poi, che con due ali si coprivano la faccia, ci conduce altrove. Si coprivano ancora i piedi, mentre avevano scoperto il petto, appunto per significarci che essendo la faccia la cognizione intuitiva delle cose e significando i piedi l’umilissima parte dell’uomo, quindi i Serafini con due ali coprivano la faccia della Divinità e con due ali coprivano i piedi, siccome il Dio degli eserciti si era fatto uomo e si era esinanito, umiliato e impiccolito per la salute degli uomini, perché “se avessero visto la gloria dell’Altissimo giammai l’avrebbero trafitto”. Solamente le ali che avevano nel mezzo volavano. Che cosa voglia significarci Iddio con questa visione manifestata ad Isaia, risponde S.Bernardo: “Coprivano la faccia, coprivano i piedi, ma lasciavano il petto scoperto, perché fosse invidiato”. Il petto si lascia all’ingiuria, all’invidia, si lascia agli oltraggi, ma queste ali volavano incessantemente per portare la predicazione dell’Evangelo in tutto il mondo, e questo doveva uscire dal petto nudo, che per invidia era stato squarciato mediante una crudele lancia e dal quale un fiume di sangue e di acqua, uscendo, doveva irrigare e fecondare la fede di Cristo in tutta la Chiesa.
Ora, miei uditori, io resto fuori di me stesso, dicendo che il Cuore aperto di Gesù Cristo Crocifisso ha illuminato gli Ebrei, i Gentili, tante nazioni e sinora Secondigliano. Non è lo stesso Cristo? Non è lo stesso sangue, la stessa acqua ed anche la stessa carità ? Dunque un’altra deve essere la cagione perché voi non ci credete e perché avete chiusi gli occhi alla verità e li avete fissati sopra la terra
Se voi non vedete i segni non credete! Generazione perversa ed incredula, dice Gesù Cristo, fino a
quando il mio Cuore vi deve sopportare?

II Punto

Veduto che dal Cuore aperto di Cristo è uscita la fede, fondamento della Chiesa e prima pietra fondamentale della nostra giustificazione, è necessario vedere come dal medesimo Cuore siano usciti i sacramenti, fermissime colonne e sostegno dello stesso edificio, e che sia così, ascoltiamo Agostino, che dice che il colpo di quella crudele lancia aprì all’uomo la porta della vita, la quale era stata chiusa per la colpa del primo uomo. Ma aperta la porta della salute, gli uomini non potevano salvarsi se prima da quell’apertura non fossero usciti i sacramenti. Questo medesimo voleva dire S. Cipriano, quando disse che dietro la lanciata di Longino uscì sangue ed acqua. Notate primo “aprì” e poi “uscì”, come dice l’Evangelista. Quindi “uscivano il sangue e l’acqua, donde costruiva la santa Chiesa “. Notate “donde” ossia con il sangue e l’acqua mondava le anime e Tommaso dice che dal lato di Gesù Cristo, che dormiva sulla croce, sgorgarono i sacramenti con i quali fu istituita la Chiesa. E S.Bonaventura aggiunge che Gesù Cristo con quel sangue e con quella santissima acqua, che uscirono dal suo sacratissimo Cuore, diede efficacia e valore ai sacramenti, che rimangono differenziati dai sacramenti della legge vecchia, i quali erano semplici e muti elementi. Sì può illustrare con esempi: 1) Come Iddio aveva creato il paradiso di delizie e di piaceri ed in mezzo vi aveva piantato l’albero della vita ed il frutto, che allontanava la morte, così ha formato la Chiesa sopra la terra ed in mezzo vi ha piantato il Cuore di Cristo; come vi erano nel paradiso ogni sorta di alberi, che allettavano la vista ed addolcivano coi loro frutti il palato, così nella Chiesa la varietà di molte virtù la rendono bella e vistosa, gli aiuti la fanno terribile ai nemici, come un campo di battaglia, e rendono piacevole ai combattenti la fatica. Ma il Cuore di Gesù Cristo piantato è Colui che dà vita ed anima.
2) La somiglianza della fonte con la quale Iddio innaffiava tutta la terra (Cfr.Gen.2,6) e la somiglianza dell’Arca di Noè, nella quale fu fatta una finestra per la quale s’entrava,.sono con l’Arca del Sacratissmo Cuore di Cristo. Agostino diceva: “Fu comandato di fare nel lato dell’Arca una porta, per la quale far passare tutti gli animali salvati dal diluvio, che erano figura della Chiesa”. Notate la Chiesa nell’arca del costato di Cristo trova la vita e questa per la virtù dei sacramenti, “senza i quali non si potrà entrare nella vita vera”.

III Punto

È’ necessario che io vi domandi con Agostino: quale cosa mai voi potete ritrovare più pura e immacolata di questo Sangue, che è uscito dal Cuore di Gesù Cristo? di questo sangue che lava le nostre anime, come canta la Chiesa: “affinché lavassimo la stola macchiata di peccati nel sangue dell’Agnello”? Quale cosa mai voi potete ritrovare più santa della ferita del Cuore di Gesù Cristo, se da quella si dispensa ogni santità: “Della sua pienezza tutti noi abbiamo ricevuto”?.E perché mai è sparita la fede dalla terra e nei nostri giorni si presta più fede alle parole degli uomini che alle parole di Dio, pure sapendo che “tutto è possibile a chi crede”, come dice Gesù Cristo e che la sua patria non ricevette grazia “a causa della sua incredulità”?
Dunque, quale cattivo uso noi facciamo dei sacramenti che sono usciti da quel Cuore santissimo. In verità gli uomini e le donne corrono a ricevere il sangue di Gesù. nel sacramento della riconciliazione senza la dovuta preparazione; corrono a ricevere il Sangue nel sacramento della Cresima chi solamente per farsi un compare a sua voglia, chi colla coscienza macchiata di peccati mortali, senza neppure farsi un atto di vera contrizione; chi contrae il matrimonio pieno di sensualità, chi va all’Eucaristia pieno di svogliatezza e di amor proprio. Insomma io posso dire quello che diceva il Crisostomo “Quante vie per la nostra salute!” Quante vie Dio ci ha preparato per salvarci, eppure noi mettiamo sempre il piede nella via della morte, su quella che ci conduce alla rovina. Così, abusando della misericordia e bontà di Dio, ci apriamo il varco alla dannazione. Suvvia, miei uditori, alziamoci, vi dico con Agostino e Bonaventura, e mettiamo colle dovute disposizioni e con calorosi affetti la bocca a quella fonte del costato di Cristo, dalla quale ne riportiamo la vita eterna: “Mettiamo la bocca a quella fonte, dove l’acqua non manca mai”.

Lode a Dio, a Gesù, che ha patito per noi ed alla Sua Madre Maria.
Amen. Amen!