“Per lavare le nostre anime, secondo l’invito della Chiesa, nel sangue del Divino Agnello, quale cosa si potrà trovare di più santa della ferita del Cuore di Gesù, che da essa Egli dispensa ogni santità?
La ferita del Cuore di Cristo Iddio la manifestò nella finestra aperta nel fianco dell’arca santa. Infatti, come per quella passarono tutti gli animali, così noi peccatori per la ferita del Cuore di Cristo entriamo nel porto della salute.
A giusta ragione diceva Sant’Ambrogio che la piaga del Cuore di Cristo fosse gloriosa e nobile. Gloriosa perché trionfatrice sul peccato, nobile, perché rimette con la colpa anche la pena.
Amatissimo Gesù, ditemi chi ferì il vostro sacratissimo Cuore: il furore dei vostri nemici che con la lancia vi aprirono il costato e trafissero il cuore o l’amore che portaste per le nostre anime?
Certamente l’odio dei vostri nemici vi caricò di obbrobri, di ingiurie, di villanie, di disprezzi, di tormenti e della croce, ma solo l’amore, senza riserva, impadronitosi del vostro cuore, vi obbligò a consumare tutto voi stesso per noi. Il furore dei vostri nemici vi uccise, l’infinto vostro amore, per compiacenza, vi consumò in sacrificio ed olocausto alla giustizia dell’Eterno Padre per la nostra liberazione.
La ferita fu fatta dall’infinito amore del Cuore di Cristo, che per 33 anni continui lo tenne sempre illanguidito d’amore, perciò l’evangelista S. Giovanni non dice che il costato di Cristo fu percosso o ferito dalla lancia di Longino, ma dice aperto. Notate egli dice “aprì il costato”, aprì il cuore del Redentore e non già lo squarciò o lo lacerò, come furono lacerate e stritolate le sue carni, per farci capire che la ferita del Cuore Santissimo di Gesù era stata fatta al principio della sua incarnazione dalla forza dell’amore, per il quale può ripetere: “O anime care, voi mi avete ferito il cuore”. Dunque la ferita fatta nel fianco di Cristo dalla lancia fu una manifestazione di quella che l’amore aveva fatto nel cuore.
Da quella ferita del Cuore di Cristo sono usciti i sacramenti, fermissime colonne e sostegno del nostro edificio cristiano. Infatti, Sant’Agostino dice che il colpo della lancia aprì all’uomo la porta della vita, la quale era stata chiusa per la colpa del primo uomo.
Purtroppo noi ne facciamo un cattivo uso. Infatti, gli uomini e le donne corrono a ricevere il Sangue di Gesù Cristo nel sacramento della riconciliazione senza la dovuta preparazione; corrono a ricevere il sacramento della cresima alcuni solo per farsi un compare a sua voglia, altri pure con la coscienza macchiata di peccati mortali, senza neppure un atto di vera contrizione; corrono a ricevere il sacramento del matrimonio, pieni di sensualità, e dell’eucaristia, pieni di svogliatezza e d’amore proprio. Insomma posso dire quello che diceva S. Giovanni Crisostomo: “Oh! Quante strade ci ha preparato il Signore per salvarci! Eppure, noi mettiamo sempre il piede nella via della morte che ci conduce alla rovina, abusando della misericordia e della bontà di Dio”.
Su via, miei fratelli, rialziamoci vi dico con i Santi Agostino e Bonaventura e mettiamo con dovute disposizioni e calorosi affetti la bocca a quella fonte del Costato di Cristo, dalla quale ne riportiamo la vita eterna.
Non temete! Avendo sofferto per amore, il Cuore di Gesù desidera solo che questo fuoco bruci nel cuore degli uomini.
Se vi sentite indegni ed immeritevoli di tanto amore, portatevi ai piedi della Madre Maria Santissima e pregatela con le lacrime di dolore che vi introduca insieme a Lei nel profondo del Cuore di Gesù Cristo.
Correte, dunque, alla fonte del Cuore di Gesù, perché vi troverete acqua e salute, le quali, appena bevute, espieranno e santificheranno le vostre anime dalle loro colpe e vi rimetteranno le dovute pene”.