Dal Bolletino della Sala Stampa del Vaticano

“Alle ore 11 del 1 marzo 2008, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano, durante la celebrazione dell’Ora Sesta, il Santo Padre Benedetto XVI, nel corso del Concistoro, ha decretato che i Beati: Gaetano Errico; Maria Bernarda Bütler; Alfonsa dell’Immacolata Concezione e Narcisa di Gesù Martillo Morán siano iscritti nell’Albo dei Santi il 12 ottobre 2008”.

Oggi la Chiesa solennemente manifesta l’intenzione di confermare, tramite la canonizzazione, la santità del Beato Gaetano Errico. Per tanti anni abbiamo pregato e attesa questa notizia. Secondigliano e tutta la Chiesa di Napoli aspetta questo evento da centoquarantadue anni, da quando nel 1866 il primo Postulatore della causa di beatificazione, data la fama di santità di p. Gaetano Errico, chiede ed ottiene dall’Arcivescovo di Napoli il Card. Sisto Riario Sforza, l’apertura del Processo Ordinario che durerà fino al 1876. Introdotto il Processo Apostolico viene dichiarato “venerabile” da Papa Leone XIII nel 1884. Bisogna però attendere fino al 4 ottobre del 1974 per il Decreto nel quale Paolo VI dichiara eroiche le vitù esercitate dal Beato. Il 24 aprile 2001, Giovanni Paolo II firma il Decreto di approvazione del miracolo per la beatificazione e il 14 aprile 2002 viene solennemente proclamato Beato. Passano solo due anni e, contro ogni previsione, già si istruisce il processo canonico su un fatto miracoloso atribuito all’intercessione del Beato: una signora di Secondigliano portatrice di una sterilità primaria concepisce inspiegabilmente, dal punto di vista scientifico, e dà alla luce un bambino che, per devozione e riconoscenza, chiama Gaetano: il bambino è sano e cresce bene. Il 6 Luglio del 2007 Benedetto XVI promulga definitivamente il decreto per la Canonizzazione.

Gaetano Errico nasce a Secondigliano, periferia Nord di Napoli, il 19 ottobre del 1791. Sin da piccolo avverte e coltiva la chiamata del Signore ad essere suo testimone e ordinato sacerdote nel 1815 si dedica in modo particolare al servizio del Vangelo, al ministero della riconciliazione, all’assistenza materiale e spirituale dei più deboli e al servizio della carità. Nel 1833 fonda un ritiro per sacerdoti disposti ad impegnarsi soprattutto nell’opera delle missioni popolari e enl 1846 riceve da papa Pio IX l’approvazione della sua congregazione dei Missionario dei Sacri cuori. I Sacri Cuori sono il centro della sua azione apostolica ed egli diviene l’apostolo dell’amore misericordioso in tutto il meridione d’Italia. L’amore dei Sacri Cuori lo spinge a cercare il fratello peccatore per portarlo al Padre, anche a costo della vita, e a donarsi senza sosta e misura soprattutto ai fratelli delle categorie meno protette: malati, operai, artigiani, contadini, analfabeti, ragazze a richio e carcerati. Si propone di far sentire a tutti la presenza di un Padre buono e pronto al perdono. La testimonianza del Dio vivente, la carità verso i deboli e i poveri, la capacità di sfidare con l’amore le solitudini e gli egoismi personali e collettuivi è il linguaggio del cuore che Gaetano Errico ha appreso e che insegna instancabilmente al cuore degli uomini perché riscoprano il senso e la bellezza della vita, la gioia di farsi prossimo e il carità, anima del servizio. Muore all’età di 69 anni, il 29 ottobre del 1860. Ai suoi figli lasciò la Madonna Addolorata, ai piedi della Croce, perché nei suoi occhi potessero scorgere l’amore del Cuore di gesù e nel suo Cuore di Madre trovare rifugio.

La gente di Secondigliano sente Gaetano Errico vivo e santo. Egli è qui nella sua terra. È sempre per tutti «‘o Superiore». Ma o ggi entra a far parte a pieno titolo del patrimonio comune di tutta la Chiesa.

Ci stiamo perciò prepararando all’evento col riscoprire e far conoscere sempre più la ricchezza della sua spiritualità e della sua opera. Infatti è già da qualche anno in corso la cosiddetta “peregrinatio delle Reliquie”. Un’occasione concreta per lasciarci coinvolgere dalla stessa mentalità costruttiva che ha proposto il Beato alla gente del suo tempo. Ancora una volta il Beato “esce” per incontrare i desideri e i sogni degli uomini e delle donne di oggi, specialmente dei giovani; per aiutarci a scoprire che la vita ha un senso, che siamo amati da Dio, che ha dato tutto se stesso per noi e per lasciarci coinvolgere in questa missione di amore, passando dall’atteggiamento di chi si lamenta di ciò che non va all’atteggiamento di chi si rimbocca le maniche e comincia a fare la propria parte. La “peregrinatio” è diventata così un evento di evangelizzazione, di riflessione e di preghiera. Il Beato vuole ancora parlarci, vuole che noi incontriamo quel Dio-Misericordia che predicava lui a tutti con il Crocifisso in mano per diffondere quell’amore a Dio, alla Chiesa e al mondo, costruttivo e operoso.