Si va sempre più diffondendo una continua ed incredibile accelerazione del tempo con ritmi di vita così vertiginosi che nessuno più ha tempo. Per alcuni pensatori contemporanei ciò è dovuto al tentativo di salvare se stessi dalla frustrazione esistenziale. La moderna dittatura dei mass-media manipola il pensiero, le emozioni e la vita stessa. In questo scenario tanti i messaggi, le attrazioni, tante le cose da fare, da vedere, da comprare, tante… che non si sa più cosa sia veramente utile per la propria crescita personale. Più si corre e meno si è falici. È strano! Per la scrittrice Susanna Tamaro oggi si rischia di vivere “come farfalle rinchiuse in una serra con troppi fiori: a furia di svolazzare da una corolla all’altra ci ubriachiamo e stramazziamo al suolo”. Le molteplici opportunità di relazione e di informazione che offre la società moderna rischiano talora di togliere spazio al raccoglimento, sino a rendere le persone incapaci di riflettere e di pregare.
Ma non è tutto così. C’è in molti un desiderio di quiete, di pace, di benessere interiore. Tutto sta a trovare “il tempo”. In realtà, solo in questo “tempo” l’uomo riesce ad ascoltare nell’intimo della coscienza la voce di Dio, che veramente lo rende libero. Ascolto, riflessione, preghiera… a volte queste realtà hanno per noi connotati un po’ negativi, come se fossero un qualcosa che coarta la spontaneità e l’allegria, come se si trattasse perfino di un’attività pesante o noiosa da sopportare con pazienza e da limitare allo stretto necessario. Abbiamo bisogno di scoprire la ricchezza del silenzio, di sperimentare la bellezza dei momenti di preghiera, il piacere di una salutare solitudine, condizione indispensabile per un profondo e fecondo dialogo con noi stessi e con Dio. Il clima di maggiore serenità ci offre una situazione favorevole per coltivare questa importante attività.
Ed è questo tempo e questo clima che noi giovani dell’ Emmaus ci siamo concessi. Abbiamo trovato il tempo e abbiamo deciso di “fermarci”. Siamo giovani alla ricerca di Dio. Giovani in ricerca di verità e di autenticità. Giovani in ricerca della propria vocazione. Giovani in ricerca di luoghi dove fare silenzio e ascoltare la parola di Dio. Siamo giovani che abbiamo deciso di non trasformare la nostra testa in un supermercato o in un catalogo di attrezzi scientifici. Abbiamo deciso di non affittare il cervello a nessuno. Abbiamo incontrato Gesù Cristo, nostra via, verità e vita. E Lui è l’unica realtà che può soddisfare la nostra libertà, appagare la nostra esigenza di conoscenza. È la certezza della Sua presenza in mezzo a noi, che definisce la nostra qualità di vita, la nostra realtà fino a farcela cambiare.
Questa esperienza ci ha fatto tornare con sicurezza alle nostre case carichi della luce, del calore, della vibrazione di ragione e di amore, che la presenza di Gesù Cristo in mezzo a noi – del Signore il cui nome adesso noi conosciamo – ci ha dato; e per questo la nostra è una posizione stabile, permanente, di rapporto con Lui, di attesa, di domanda, di apertura a quello che il Signore, come ha fatto in questi giorni, continuerà a fare lungo tutta la nostra vita.

L’esperienza quotidiana ci impedisce, il più delle volte, di credere fino in fondo che nell’amore tutto è possibile e che per amare si avvera l’impossibile.