Nel 1884, il colera, in tutto l’orrore della sua furia, colpì Napoli e fece altre vittime nelle fa-miglie secondiglianesi.
La popolazione, ricordando quanto aveva operato Gaetano Errico nel 1354, volle ripetere il gesto e stese una Supplica alla Vergine Addolorata che fece presentare per mano del nipote di Gaetano, P. Beniamino Errico, devotissimo dell’Addolorata.
Egli era amato dal popolo non solo per la parentela con Gaetano e per aver da lui eredida-ti i lineamenti del volto, tono di voce, statura e indole bonaria, ma soprattutto perchè tali doti erano congiunte “ad un tale religioso raccoglimento e compostezza nel tratto e nel portamento, che rilevavano subito il candore verginale dei suo spirito”.
P. Beniamino, come Gaetano nel 1854, tra un popolo in pianto, depose nelle mani dell’Ad-dolorata un foglio manoscritto e piegato, nel quale il popolo aveva raccolte e suggellate tante preghiere e lacrime.
Anche allora l’Addolorata fece, sentire ai secondiglianesi la bontà dei Suo Cuore.
Perciò oltre a celebrare quell’anno con speciale solennità la festa dell’Addolorata, vollero che una ricchissima veste di velluto, ricamato, in oro, un Cuore d’oro massiccio ed una co-rona d’argento, ricordassero per sempre la loro riconoscenza.
Per la circostanza, il P. Michele Sodano compose un inno poi musicato da vari autori e cantato fino al 1960 i cui versi raccontano la storia della protezione di Maria:
 
Troppo irata ed altera la morte
passeggiava le nostre contrade;
che le colpe gridavano forte
nanti a Dio che è il Rege dei Re.
Negli affanni sommerso volgea
a Te Donna dei Sette Dolori,
questo popol lo sguardo e dicea:
cara Madre, deh! Prega per me!
Tu, pietosa, ascoltasti la prece
dei tuoi figli ed al trono di Dio
presentasti tue pene, ed Ei fece
il rio morbo sgombrar, tua mercè.
Or gradisci un tributo d’affetto
che i tuoi figli con core sincero
oggi t’offrono ed il popolo eletto,
Noi saremo ed amato da Te.