Don Gaetano si caratterizza per la sua passione per Dio ed il prossimo, per la dedizione al ministero della predicazione e della confessione  e per l’impegno costante nel diffondere la devozione ai Sacri Cuori di Gesù e di Maria.
Egli è un uomo di Dio.
Infatti, cerca sempre di piacerGli con tutta la vita ed in ogni opera dell’apostolico ministero, promuovendone con fatiche e sudori la gloria; lotta, rischiando anche la vita, contro ogni forma di peccato; predica, come un serafino infiammato d’amore, non dissimula il suo grande sdegno, quando sente bestemmiare; parla solo di Dio, dell’osservanza delle Regole, della fuga dal  peccato e del distacco dal mondo; gode a sentire parlare di Dio; fa innamorare la gente per come celebra la santa messa; appare più un abitante del cielo che della terra nella preghiera; ricorre a cilizi, flagellazioni e digiuni, per ottenere la conversione dei peccatori.
È l’uomo della carità.
È pronto ad aprire a chiunque bussi alla sua porta, anche se poco prima ha cercato di ucciderlo, l’ha ingiuriato o calunniato, perché in lui vede Cristo.
Aiuta i poveri abbandonati, provvede ai loro bisogni materiali, pagando di persona ed elemosina per loro; soccorre le ragazze cadute in peccato, procurando loro il lavoro; assiste i malati, senza preoccuparsi che siano affetti da malattie contagiose; accorre al capezzale di tutti, giorno e notte, senza mai rifiutarsi e senza fare distinzioni; passa ore vicino ai moribondi; nei colera del 1835 e 1854 lo trovano ovunque e tutti lo ricercano; fa la carità, senza suonare la tromba; la sua casa religiosa diventa la casa della provvidenza, dove chiunque può trovare accoglienza ed un piatto caldo; corre a riportare la pace nelle famiglie, turbate dalla discordia.
“Don Gaetano è veramente l’uomo della carità” dicono i sacerdoti di Secondigliano e dei paesi vicini; “è morto chi pensava a noi”, lamentano i poveri, piangendo il loro benefattore; “nessuno mai si ritirava da lui a mani vuote”, testimonierà chi gli è vissuto accanto.
Don Gaetano è l’apostolo della Parola e del confessionale.
Ha il carisma di una parola semplice, facile e convincente, che va dritta al cuore. Non si rifiuta mai di predicare, anche se è stanco ed ha fatto un lungo viaggio in mezzo alla neve. Nella sua chiesa la missione è continua. Spesso essa non basta a contenere la gente venuta per ascoltare. Quando nota che il cuore degli ascoltatori è duro, non si risparmia la flagellazione in pubblico.
Istituisce un Ritiro per sacerdoti e, poi, fonda una Congregazione religiosa, perché la Parola di Dio giunga a tutti.
Don Gaetano, precorre i tempi ed intuisce l’importanza del rapporto personale per la costruzione di una nuova vita, perciò fa del confessionale il suo luogo preferito, dove annuncia l’amore misericordioso di Dio Padre.
Confessa in tutte le ore del giorno, fino a notte avanzata; è uno che sa capire il peccatore, donargli fiducia ed infondere speranza. È benigno, non fa sconfortare nessuno, accoglie tutti con carità e tratta tutti, come un padre. Con la sua maniera tira da bocca i peccati e con le sue parole restituisce la pace alle coscienze. Chi lo scopre non lo lascia più, come confessore e direttore spirituale. Trascura per le confessioni il cibo, il sonno e quella gamba, che gli fa tanto male. Vanno a lui persone da ogni parte, di ogni ceto e categoria, ed egli non dice mai: ” Sono stanco, vieni domani”.
Don Gaetano “patisce” per l’onore dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria.
Prepara ed organizza la festa al S. Cuore di Gesù nel modo più solenne, senza badare a spese. Invita alla processione del SS. Sacramento tutte le Istituzioni civili e religiose. Il suo amore per Gesù nel Sacramento dell’altare è tenero e filiale. Quando parla di Lui, piange. Trascorre lunghe ore della notte a fargli compagnia ed una volta sente una voce venire dal tabernacolo: “Gaetano, non temere. Tutto quello che tu sciogli in terra, io lo sciolgo in cielo”.
Con lo stesso fervore e solennità celebra le feste del Cuore di Maria, dell’Addolorata e dell’Immacolata, eccettuata la processione. Non trascura nessuna ricorrenza della Vergine Maria, per annunciarne le glorie. “L’animo dell’innamorato S. Bernardo e dell’affettuoso Sant’Alfonso sembravano trasfusi in Lui”, commenterà il P. Fisco nell’elogio funebre.
Quando parla della Vergine Maria, s’infiamma in volto, gli scintillano gli occhi, gli manca la parola, piange e la gente esclama: “Adesso don Gaetano se ne va in estasi!”
“Ogni congregato perché con facilità possa accendere l’amore divino nel cuore degli altri è necessario che bruci prima esso di quest’Amore”.
“Il congregato avrà senz’altro quest’Amore quando conoscerà Dio sommo bene e Colui che Egli medesimo ci ha inviato il nostro Signore Gesù Cristo”.
“Aspirare all’eminente cognizione di Gesù Cristo Signore nostro e dell’amore suo verso di noi, e quindi eccitarsi a riamare quel Cuore divino che n’è la Sede, e nutrire una devozione fervente per il Cuore di Maria, che è la Madre del Sant’Amore, sarà l’oggetto precipuo dei nostri congregati”.
“Sia ognuno dei nostri intento ad adoperarsi di ricopiare in sé le virtù di Gesù e di Maria, per essere una predica continuata in mezzo al popolo, onde, nel vederne le opere buone, diasi gloria al Padre che è nei cieli”.
È quanto don Gaetano scrive nelle Regole dell’Istituto, ma che i suoi discepoli leggono meglio nella sua vita.