(Isaia cap.12, 3)

Povera umanità la quale con la bocca aperta va cercando un sorso d’acqua per alleviare alquanto la sua ardente sete e corre presso cisterne dissipate dei vizi, delle iniquità e dei piaceri mondani, le quali non la possono contenere. Non la trova ed è forzata ad arrabbiarsi, senza poter rimediare al suo malore, non trovando le ristoratrici acque, che, invece, sono forzate a scorrere per terra.
Ma suvvia, questa sera che voi come tante Agar vi trattenete dirimpetto ai vostri desideri e a fronte alle voglie del vostro cuore come alla dolorosa veduta di tanti boccheggianti Ismaeli, che già esalano lo spirito senza ritrovare ristoro, alzatevi, alzatevi! Ecco l’Angelo del Signore che vi addita dove voi potete dissetarvi: “Assetati, venite alle acque!” Non già vi addita le amarissime acque di Mara, siccome una volta furono da Dio additate al condottiero Mosè, che gli Ebrei non poterono assaggiarle se non dopo uno strepitoso miracolo. Né vi dimostra quelle che al tocco della verga mosaica uscirono dalla pietra nel deserto né quelle che furono date a bere al servo Abramo ed ai suoi cammelli dalla vereconda Rebecca né quella della piscina di Betlemme, che tanto grandemente furono desiderate da Davide che tre suoi fidi capitani si videro obbligati a cimentarsi con l’esercito nemico per prenderne un bicchiere; neppure quelle del pozzo di Sicar, comprato dal patriarca Giacobbe, vicino al quale lo stesso Gesù si pose a riposare verso l’ora di mezzogiorno per convertire la donna samaritana; neppure quelle di Cana di Galilea, le quali dalle mani di Gesù furono transustanziate in poderosissimi vini.
Ma vi dimostra quelle santificatrici acque le quali, secondo la promessa di Dio, nella pienezza dei tempi Egli doveva far piovere sopra l’anima dei poveri peccatori e così mondarli da tutte le loro iniquità. E queste preziosissime acque non si attingono nel pianto e nella mestizia, ma si cavano nella gioia e godimento. Acque che si cavano dalle fontane del nostro Salvatore, da quelle piaghe ricevute per la nostra salute e specialmente dalla perenne fonte del suo Santissimo Cuore. Dunque, miei uditori, voi sentite sete, voi volete soddisfare i vostri desideri, correte alla fonte del Cuore di Gesù Cristo, perché colà troverete acqua e salute. “Attingete nell’allegria le acque alla fonte del Salvatore”, le quali appena bevute espieranno e santificheranno le vostre anime dalle loro colpe e le rimetteranno le dovute pene.
Pietosissimo mio Salvatore, giacché voi vedendomi ripieno di peccati e molto assetato della vostra grazia, con amorose chiamate mi obbligate a bere dalle vostre acque, io necessitato dalla mia miseria e molto più dalla vostra misericordia, richiedo, insieme con la donna samaritana, che mi diate a bere questa acqua della vostra grazia, acciocché io non abbia più sete degli avvelenati piaceri né vada più dietro alle mondane vanità e, dimentico di tutto me stesso, pensi solo ad amare il vostro amabilissimo Cuore.

I Punto

Dal cuore, diceva Gesù, escono i cattivi pensieri, gli omicidi, gli adulteri, le fornicazioni, i furti, i falsi testimoni, le bestemmie e tutte le azioni che macchiano l’anima dell’uomo; quindi non fu male il frutto che Dio fece nel giardino dell’Eden né tampoco fu ingiusto il comandamento che Dio diede all’uomo di non mangiarlo, ma fu malvagio il desiderio del suo cuore, che lo desiderò e poi se lo inghiottì e per la depravazione e prevaricazione della sua volontà regnò sopra la terra il peccato. Essendosi, quindi, Dio mosso a compassione per le viscere della sua misericordia, volle contrapporre l’opera della redenzione a quella della rovina e, perciò, inventò tutti i mezzi e pose in azione tutte le maniere per distruggere la malizia e confondere l’astuzia del tentatore. Per questo motivo, con l’annuncio dell’Angelo distrusse il consiglio del serpente; con l’obbedienza della seconda Donna Maria, distrusse la disobbedienza della prima Eva; per questo mutò il giardino dell’olivo per il paradiso terrestre, il legno della croce con l’albero del frutto proibito, per questa ragione medesima volle che siccome il cuore dell’uomo era stato la sorgente della corruzione dalla generazione degli uomini, così il suo santissimo Cuore ne fosse stato la cagione della salute e siccome dalla malvagità dei cuori gli uomini sono feriti dalla spada del maledetto peccato, così dal Cuore del santo dei santi ne uscisse la medicina che li risanasse.
Questa è la dottrina della Chiesa, che dice che l’Amatissimo Salvatore “fu percosso dalla lancia e subì le ferite nel suo corpo per lavarci dai nostri peccati con l’acqua ed il sangue che uscirono dal suo costato”.
Questo insegnava Agostino dicendo che “quel sangue fu effuso per la remissione dei peccati”; questo diceva S. Bonaventura: “l’acqua ed il sangue furono sparsi per terra per la nostra salute”. Fu di tanta potenza la ferita del Cuore di Cristo ed il sangue, che da quella ne uscì, fu di tanta efficacia che distrussero non solo la colpa, ma annientarono anche il potere del diavolo. (cfr.S. Giovanni Crisostomo)
L’inferno, avendo sfogato tutta la sua collera contro Gesù Cristo ed avendo ottenuto tutto quello che si desiderava cioè di farlo morire sopra l’infame legno della croce indi credendo di aver superato il Vincitore e credendolo già morto, per maggiormente conformarsi nel suo pensiero gli ficca una lancia nel fianco e gli partisce il cuore. Ma, o grandissima potenza del Cuore di Gesù Cristo, quello che i nemici credevano essere il compimento dell’avvilimento di Gesù Cristo, questo fu l’avvilimento e la distruzione dell’inferno: “dal Cuore di Cristo fu sconfitto il diavolo, essendo usciti con forza l’acqua ed il sangue”. Quindi, come gli uccelli si ritirano nei forami delle pietre ed ivi sono sicuri dalle insidie e dalle rapaci unghie degli sparvieri, così le anime che si ritirano nel forame del Cuore di Cristo sono sicure dalle insidie del diavolo. Diceva bene Bernardo “per questo è stato aperto il tuo Cuore, affinché in esso ed in Te potessimo abitare, al sicuro dalle tentazioni esterne”.
Per la qual cosa mi sembra verificato quello che diceva Zaccaria profeta che nel giorno in cui il crudele Longino avesse aperto il Cuore di Gesù Cristo si sarebbe aperta una fonte perenne nella casa di Davide per gli abitanti di Gerusalemme e per la purificazione delle anime dei peccatori.
(cfr. Zaccaria 13, 1).
Si aprì la fonte del Cuore di Gesù Cristo per mezzo della quale ci fu aperta la via della nostra salute.
L’apertura del Cuore di Gesù Cristo Iddio ce la manifestò in quella finestra fatta nel fianco dell’arca di Noè, perché, come per quella entrarono tutti gli animali, così noi peccatori per quella ferita del Cuore di Gesù Cristo entrassimo nel porto della salute.
Anzi di tale valore furono l’acqua ed il sangue del Cuore di Gesù Cristo che la grande preghiera che egli fece per i suoi crocifissori e per tutti quelli che furono partecipi della sua morte: “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”, è vero che fu esaudita a cagione della sua riverenza, al dir dell’Apostolo, però il prezzo fu pagato dalla ferita del costato. Per meglio capire dividiamo tutti i nemici di Cristo in due parti: nella prima riponiamo tutti quelli che fecero da giudici o che dominarono i giudici e nella seconda parte tutti quelli che domandarono la morte di Gesù Cristo oppure videro la morte di Gesù Cristo; tra i giudici ci trovate chi col bacino in mano, ripieno di acqua e lavandosi le mani, vuole giustificarsi, invece quell’acqua lo condannava, perché per giustificarlo ci voleva l’acqua del Cuore di Gesù Cristo; tra il popolo troverete quelli che ad alta voce gridano che il sangue ricada sopra di loro. Pure per soddisfare l’empietà di questi Gesù Cristo (versa il suo sangue): “il sangue e l’acqua erano in due ad uscire da questo costato: per quelli che giudicavano l’acqua e per quelli che gridavano il sangue “. (S. Giovanni Crisostomo)
Quindi meritamente diceva Ambrogio che la piaga del Sacratissimo Cuore di Gesù era piaga gloriosa e nobile. Gloriosa perché trionfatrice del peccato, del diavolo, del mondo e di tutti i nemici; nobile, perché rimette insieme colla colpa anche la pena.

II Punto

E’ di sicuro che il reato della colpa vada accompagnato con quello della pena e che non sempre chi rimette la colpa, rimette anche la pena. La ferita del Cuore di Gesù Cristo, perché ferita nobile, nobiltà che porta in sé la generosità, rimette agli uomini la colpa e la pena.
La principale pena del peccato fu la pena dell’inferno. E “questa fiamma infernale non si estingue con l’acqua, ma con l’acqua e con il sangue”. (S. Pietro Crisologo) La cacciata dal paradiso, vicino al quale fu situato un cherubino con la spada di fuoco in mano per custodire la via del legno della vita, indica che “c’era una grande battaglia tra gli uomini e gli angeli a causa dell’azione di Adamo” (Ugone Cardinale).
Come Davide, vedendo l’Angelo del Signore con la spada uccidere il popolo (furono uccisi 7000) dice: “Signore, io sono colui che ha peccato, io sono colui che ha fatto male, che ci hanno a che fare queste pecorelle che debbono morire? Dunque ritira la tua mano e rivolgila contro di me e contro la famiglia di mio padre”, così Gesù Cristo dice, avendo veduto il Cherubino con la spada in mano per vendicare, con la differenza che il peccato di Davide fu proprio, mentre i peccati di Gesù Cristo furono alieni e che mentre l’angelo non offese la persona di Davide, invece la lancia del Cherubino fu ficcata nel fianco di Gesù Cristo: “Si può dedurre che la spada in mano al Cherubino misticamente sia la lancia che Cristo ricevette nel suo costato, quasi che fosse stata tolta dalla mano del Cherubino”
Gesù divenne il leone vincitore della tribù di Davide, anzi mediante questa lancia ficcata nel Cuore, divenne potentissimo sopra il diavolo e l’inferno.
Or per tanta fatica che il Cuore di Gesù Cristo ha fatto e per tanto che ha operato per la nostra salute, cosa pretende? Uditelo dalla sua medesima bocca quello che pretende: metti questo mio Cuore come suggello sopra il tuo cuore e per mezzo del quale resta dichiarato che tutti i tuoi pensieri siano diretti a riconoscere per padrone il mio santissimo Cuore. Metti questo mio Cuore come suggello sulle tue braccia, cioè, come dicono i Padri, ponilo sopra le tue operazioni, cosicché mi riconosca nel tuo operare come il tuo Signore. “Mettimi come suggello” o per meglio corrispondere al beneficio, fate come avvenne alla gloriosa Caterina da Siena, alla quale fu tolto il suo cuore e le fu riposto il Cuore di Gesù Cristo. Dunque, estirpate dai vostri petti i vostri cuori libidinosi e mettete il castissimo Cuore di Gesù Cristo e se non potete farlo da voi, “attingete l’acqua”, ossia domandate l’aiuto.

III Punto

E non furono le nostre scelleraggini che aprirono il fianco di Gesù Cristo e gli passarono il suo SS. Cuore? Appunto queste furono: “A causa del peccato del mio popolo sono stato percosso”. Dunque queste furono anche i motivi per cui fuggimmo per tanto tempo dal Cuore di quest’Amabilissimo, ma giacché questa sera vi ho manifestato che il suo santissimo Cuore è stato la cagione del vostro perdono, ritornate, peccatori, ritornate. Ritornate con cuore contrito. Gesù è quel pietoso divino pellicano ucciso, che farà scorrere dalla ferita del suo Cuore divino sopra le nostre anime uccise dagli avvelenati serpenti di mostruosi peccati, il suo preziosissimo sangue. Ritornate con cuore contrito ed umiliato, perché Egli non vi disprezza. Convertitevi a lui, perché Egli si convertirà a voi. Se questo Cuore si rifiuta e non vi accetta perché vi vede troppo ingrati al suo Cuore, allora portatevi ai piedi della sua SS. Madre Maria e pregatela con le amare lacrime, perché v’introduca insieme a Lei nel profondo del Cuore di Gesù Cristo.