È la data della beatificazione di Gaetano Errico. Quella mattina il cielo di Roma minacciava pioggia, ma non ne cadde neanche una goccia durante la celebrazione, almeno in piazza di S. Pietro.
Alle sette del mattino i pellegrini, provenienti da Napoli, Secondigliano, Afragola, Latina incominciarono ad affollare la piazza. Erano circa cinquemila. C’erano anche rappresentanze delle comunità degli Stati Uniti, Argentina, India, Slovacchia. Alle 10 erano più di 30 mila i pellegrini, provenienti da varie parti per onorare i sei nuovi Beati: Gaetano Errico, Ludovico Pavoni, Artemide Zatti, Maria Romero Meneses, Maria del Transito de Jesus Sacramentado, Luigi Variara. C’erano diciotto Cardinali, tra i quali, il Segretario di Stato, Card. Angelo Sodano, il Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, Card. Josè Saraiva Martins e l’Arcivescovo di Napoli, Card. Michele Giordano. Numerosissimi Arcivescovi e Vescovi. Per il Governo italiano c’era il ministro Rocco Buttiglione e per il Comune di Napoli, l’on. Rosa Russo Iervolino con numerosi Consiglieri.  Il Papa scese nella piazza alle 10,30 per l’inizio della celebrazione. Grande commozione fra i presenti alla lettura della formula di beatificazione: “Con la Nostra Autorità Apostolica concediamo che il Venerabile Gaetano Errico d’ora in poi sia chiamato Beato e che si possa celebrare la sua festa nei luoghi e secondo le regole stabilite dal diritto, ogni anno il 29 ottobre”. Quando fu scoperta l’immagine del Beato, esposta al primo balcone a destra della loggia centrale della Basilica di S. Pietro, i fedeli gridarono di gioia e molti scoppiarono in lagrime. Avevano atteso per troppo tempo quel momento. All’omelia il Papa disse di Gaetano Errico: “In un’epoca segnata da profondi cambiamenti politici e sociali, di fronte al rigorismo spirituale dei giansenisti, Gaetano Errico annuncia la grandezza della misericordia di Dio, che sempre chiama alla conversione coloro che vivono sotto il dominio del male e del peccato. Vero martire del confessionale, il nuovo beato vi trascorreva intere giornate spendendo il meglio delle proprie energie nell’accoglienza e nell’ascolto dei penitenti. Col suo esempio egli ci stimola a riscoprire il valore e l’importanza del sacramento della penitenza, dove Iddio distribuisce a piene mani il suo perdono e mostra la sua tenerezza di Padre verso i propri figli più deboli”. Il giorno dopo nella tradizionale udienza, che concede ai pellegrini dei nuovi beati, Giovanni Paolo II parlò particolarmente ai Missionari dei Sacri Cuori: “Mi rivolgo, innanzi tutto a voi, carissimi Missionari dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria e quanti condividono con voi la gioia per la beatificazione di Gaetano Errico, apostolo dell’amore misericordioso di Dio e martire del confessionale. Quanto bisogno ha la nostra epoca di chi annunci la tenerezza ed il perdono di Dio verso i peccatori, in particolare mediante il sacramento della penitenza!………Ai giansenisti che troppo insistevano sulla giustizia di Dio diffondendo nelle anime paura e sconforto, Gaetano Errico contrapponeva l’annuncio della misericordia divina.  Non si stancava di esortare i sacerdoti: “Se vengono anime piene di gravi colpe, animatele a rialzarsi, spingetele alla confidenza, dite loro che il Signore le perdonerà tutte, se di cuore si pentono”. Quanto ancora oggi parla al cuore dell’uomo l’amore misericordioso di Dio, che incoraggia a vincere il male, la sofferenza, l’ingiustizia e il peccato!”.
Il rito della beatificazione si concluse alle 12,30 con la recita dell’Angelus e la benedizione del Papa.
La preparazione all’evento aveva suscitato grande entusiasmo nelle comunità dell’Istituto e molti pellegrini visitarono i luoghi del Beato. Alla vigilia fu celebrato il vespro solenne, presieduto dal Card. Josè Saraiva Martins, nella chiesa di S. Maria in Campitelli, e il lunedì la messa di ringraziamento in onore del Beato dal Card. Crescenzio Sepe, prefetto della Sacra Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli nella stessa chiesa. A Napoli alla beatificazione seguì una settimana di celebrazioni, concluse con la Messa solenne celebrata nella Parrocchia Sacri Cuori dal Card. Michele Giordano, che indicò ai fedeli  Gaetano Errico come un nuovo modello di evangelizzatore. L’aveva già scritto nella lettera pastorale “Alla scuola dei Sacri Cuori”, (10 marzo 2002) indirizzata alla diocesi per la circostanza: “Fratelli e sorelle, abbiamo in Gaetano Errico un nuovo modello a cui rivolgere il nostro sguardo per imitarne le virtù umane e cristiane. Egli ci ottenga la sua stessa passione per i Sacri Cuori di Gesù e di Maria, cosicché uniti nel loro stesso amore, ci impegniamo nell’annuncio generoso ed instancabile del vangelo della misericordia”.
Resta l’ultima tappa di questo lungo iter verso la proclamazione della santità: la canonizzazione. Non dipende da noi, ma lo potrebbe, per l’impegno di farlo conoscere e pregare. Auguriamoci al più presto di ritrovarci in piazza S. Pietro per la sua canonizzazione di Gaetano Errico. Certamente già è consolante che oggi, dopo la beatificazione, sia aumentato numero dei pellegrini, che vanno alla sua tomba per chiedere grazie. E questo ci lascia ben sperare.
 
Una speranza che il 10 dicembre 2005 si è fatta più forte. Infatti il Card. Michele Giordano, arcivescovo di Napoli, ha chiuso l’inchiesta diocesana su un presunto evento miracoloso attribuito all’intercessione del Beato. Il presidente del tribunale diocesano campano per le cause dei Santi, Don Nunzio D’Elia,  presentandolo, ha detto: “Eminenza, il Signore sta confermando in tempi brevi la santità di Gaetano Errico”. E il Cardinale l’ha confermato dicendo di ricordare ancora con commozione la sua richiesta a Giovanni Paolo II in piazza S. Pietro il 14 aprile 2002 di beatificarlo. Nell’omelia, poi, ha definito il Beato “un prete pastore ed animatore di un popolo bisognoso di gioia,  di amore e di perdono, un vero testimone vivente dell’amore di Dio Padre. Un prete al servizio della misericordia di Dio, camminando tra la gente che dalla miseria materiale era condotta alla miseria morale. Per  questo  confessava a tutte le ore, finanche sul letto di morte. L’ardore di far conoscere quanto Dio fosse misericordioso lo ha spinto a fondare una Congregazione religiosa che avesse per scopo accendere nell’animo delle persone il fuoco dell’amore divino e di consolare quanti erano afflitti dalla miseria”.  Il presunto miracolo è avvenuto nell’estate del 2003. Si tratta della gravidanza di una donna affetta da “sterilità primaria”. Il ginecologo le aveva tolto ogni speranza. Ma la fede arriva dove la scienza non può. Così la coppia si rivolge al Beato Gaetano Errico con fede, devozione ed insistenza ed ottiene il dono di un bellissimo figlio.  Dal 17 dicembre 2005 la Congregazione  per le Cause dei Santi sta studiando il caso. Speriamo che l’augurio che il Cardinale ha rivolto ai Missionari dei Sacri Cuori e al popolo di Secondigliano si realizzi al più presto: “Speriamo che presto sia canonizzato. Si realizza così il suo sogno, il suo desiderio che ripeteva durante la sua agonia, quale sintesi del suo cammino spirituale: “Mamma mia, fammi santo, presto santo, grande santo”.